Bruxelles, 19 luglio 2013
I colloqui ICANN- GAC si sono conclusi a Durban il 18 luglio. Il programma ICANN di estensione dei nomi di dominio prosegue. Le discussioni sui dossiers “.wine” e “.vin” sono stati trattati approfonditamente. ICANN ha dato un mese di tempo al settore vitivinicolo e ai richiedenti i due domini di mettersi d’accordo sul loro uso.
L’estensione dei nomi di dominio desta viva inquietudine nel comparto vino. Nella riunione di Pechino il GAC (l’insieme degli Stati che partecipano alle riunioni ICANN con ruolo consultivo) aveva deciso di rimandare ogni decisione definitiva ad altro incontro, al fine di trovare una convergenza di posizioni da indicare a ICANN. A Durban, le discussioni su questo dossier sono state molto tese tra gli americani e gli europei, con concezioni diametralmente opposte sul modo di intendere le concessioni. Alla fine si è trovato un compromesso: un rinvio di 30 giorni, per dare modo al settore vino e ai prossimi titolari dei due domini di mettersi d’accordo sulle regole di concessione.
EFOW, la Federazione Europea dei Vini di Origine, si felicita che la questione dei domini riguardanti il vino sia stata trattata; tuttavia è preoccupata per il poco tempo a disposizione per trovare un accordo: “Abbiamo informato le società candidate alle estensioni che è nostra volontà trovare un accordo, ed abbiamo proposte concrete da presentare; sono ragionevoli e permetterebbero di conciliare la crescita del sistema internet ed il rispetto delle denominazioni di origine. Speriamo che i candidati siano disponibili” ha affermato Riccardo Ricci Curbastro, Presidente di EFOW e di Federdoc (Federazione Italiana Consorzi vini DOP/IGP).
EFOW annuncia che se non ottiene soddisfazione “ inviteremo tutti gli operatori del settore nell’unione Europea a boicottare questi nomi di domini. L’Unione Europea rappresenta quasi il 65% del mercato mondiale del vino; un boicottaggio massiccio rimetterebbe in discussione il modello economico proposto dalle società candidate alle estensioni; getterebbe altresì il discredito sulla politica condotta dai dirigenti di ICANN. Poiché ci è permesso dal diritto internazionale, chiederemo anche ai tribunali di radiare tutti i nomi dei domini che possano arrecare danni alla reputazione delle nostre denominazioni di origine.”
Federdoc, socio fondatore di EFOW, ha più volte lanciato l’allarme sull’utilizzo estensivo di tali domini, che potrebbe portare ad un uso incontrollato anche di nomi di denominazioni tali da poter trovare sui siti internet ad esempio “prosecco.wine” o “brunello.vin”.
Riccardo Ricci Curbastro vuole restare ottimista: “Utilizzeremo tutta la nostra forza di rappresentanti di quasi il 90% delle DOP europee per difendere il o i dossiers che prevedono delle procedure garanti del corretto utilizzo delle denominazioni di origine; sosterremo e promuoveremo esclusivamente questi dossiers.”
Contesto
L’ICANN, organismo responsabile della gestione dei nomi dei domini su internet, ha deciso di aprire i nomi di domini di primo livello generico. Sono stati depositati quasi 2.000 dossiers di cui 4 legati al settore del vino (1 dossier su “.vin” e 3 dossier su “wine). I 4 candidati, che non hanno alcun legame con il settore, hanno annunciato la loro intenzione di vendere ai migliori offerenti i nomi dei domini di secondo livello (es. “bordeaux.wine”, “chianti.vin”, ecc.).
Il settore vitivinicolo europeo, appoggiato da parecchi Governi tra cui l’Italia e dalla Commissione UE, manifesta da parecchi mesi la sua forte preoccupazione per l’assenza di regole sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e delle denominazioni di origine in particolare. Il rischio per i consumatori è quello di accedere a siti che fanno riferimento ai nomi di una DO e che invece non hanno nulla a che fare con vini di qualità o con le denominazioni riportate. Le conseguenze per i produttori sarebbero catastrofiche: contraffazioni, indebolimento della notorietà e compromissione della reputazione, raggiunta al prezzo di notevoli e duraturi sacrifici anche economici.