“Il territorio è difendibile, il vitigno molto meno.”. Intervento di Riccardo Ricci Curbastro Presidente Federdoc a margine delle comunicazioni di Michele Bernetti, vice presidente dell’Istituto Marchigiano di Tutela vini
La scelta di puntare sulla valorizzazione del solo vitigno già tempo fa, più precisamente nel 2019, era stata valutata da Federdoc come poco lungimirante e non sempre meno difendibile in prospettiva. Oggi nelle Marche si avalla una visione prospettica che Riccardo Ricci Curbastro, Presidente Federdoc, non ha mai mancato di auspicare, sottolineando più volte come fosse ormai necessario ribaltare i fattori del rapporto vitigno- territorio a favore del secondo certamente più difendibile anche sotto il profilo legale e comunque sempre unico.
“La rilevanza dell’elemento territoriale, nella promozione è basilare; ma anche in etichetta – sottolinea Ricci Curbastro – con la definizione di un bilanciamento dei pesi e delle dimensioni dei caratteri che possano evidenziare l’unicità del territorio della Denominazione rispetto a quella di un vitigno, specie se internazionale o anche locale ma divenuto ormai riconoscibile a livello internazionale e quindi appetibile per la produzione anche in territori lontani da quelli d’origine”.
La difesa del vino a DO passa per la valorizzazione del contesto produttivo peculiare, elemento su cui occorre puntare tutte le fiches: “E’ il territorio che deve essere alla base della riconoscibilità del prodotto e il vino deve avere il carattere del luogo da cui proviene, che non è solo genetica, cioè terra e microclima, ma anche epigenetica ovvero l’esperienza e la cultura del saper fare e delle tradizioni dell’uomo, insomma il fattore umano”.