Prosek, Riccardo Ricci Curbastro Presidente di Federdoc: “un segnale di marcata debolezza da parte della UE nella strategia di difesa per l’intero sistema delle DO e IG Europee e una sconsiderata accelerazione della confusione presso i consumatori”.
Su questo secondo aspetto poi – continua Ricci Curbastro – credo che occorra insistere, dato che è proprio il consumatore che fa la differenza nel successo di un prodotto. E sappiamo bene come la pronuncia di Prosecco e Prosek siano talmente simili, da poter indurre all’errore. Non basta leggere le etichette, notare le differenze di luogo di produzione e via dicendo, sappiamo tutti benissimo come una parola assonante diventi identitaria nell’immaginario collettivo, con la rapidità della luce. Tutto ciò non solo a discapito di chi acquisterà erroneamente un Prosek invece del Prosecco, ma anche di un intero territorio ben definito. Un territorio che è oggi valore riconosciuto anche dall’Unesco che ha iscritto le colline del Prosecco nella lista del Patrimonio mondiale dell’Umanità.
La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue della domanda di registrazione della menzione tradizionale “Prosek” da parte delle autorità croate, costituisce inoltre un pericoloso precedente che oggi vede coinvolta una Denominazione italiana, ma potrebbe ripetersi per l’intero sistema dell DO e IG Europee. Una decisione che rischia con un effetto domino di provocare un progressivo indebolimento della posizione della UE nella difesa delle IG nei confronti dei paesi terzi.
Vanno tutelati i consumatori, gli operatori agricoli, il territorio e la qualità della Denominazione Prosecco. Una storia e una tradizione la cui notorietà ormai consolidata in tutto il mondo non può essere sfruttata a vantaggio di altri.